E IN CHE MODO SENZA, HANS ZIMMER NON SAREBBE HANS ZIMMER
Stanotte non riuscivo ad addormentarmi davanti a tanta desolazione generale trascorsa in questi mesi assurdi, di fronte al rafforzamento delle identità nazionali conservatrici riguardo temi mondiali e al mondo stesso, la nostra Terra, che ci sta disperatamente chiedendo una soluzione comune, alla tristezza e alla rabbia di comportamenti retrogradi e violenti, che non sanno accettare le “cosiddette diversità” di qualsiasi forma esse siano tanto da arrivare al desiderio o all'eliminazione senza ritorno dell’Altro.
Ho pensato allora che ascoltare qualche concerto sinfonico avrebbe aiutato a conciliare il sonno.
Eppure ha fatto l’effetto opposto svegliandomi ulteriormente e sovreccitandomi, illuminata in questa straordinaria immagine: finalmente sapevo come spiegare.
Come spiegare un certo tipo di meraviglia che le persone sanno e possono essere.
Ho sempre pensato all'orchestra come ad uno dei miracoli più commoventi dell’universo, sono sempre rimasta ipnotizzata dal modo in cui un brano non sarebbe mai e poi mai lo stesso se si rimuovesse un componente, da come tramite la musica si trovi il bilanciamento perfetto di presenza-assenza di ogni strumento dando la sensazione che si stia costruendo tutti assieme un ponte fatto per arrivare a chi ascolta e c’è un’alternanza perfetta di avanzamento e retrocessione dei vari “costruttori” che danno e si prendono spazio di azione secondo le loro specialità. A volte alcuni gruppi da soli, a volte altri, a volte tutti assieme. Tutti però nella stessa direzione, tutti a dire nella propria lingua d’arco o di fiato, infine la stessa - cosa.
Non so se ho reso bene l’idea che é stata di così fulminea intensità ma ho pensato che l’orchestra rappresenti la metafora perfetta della cooperazione e allora mi sono commossa fino alle lacrime, calde e piene di gioia, un po’ perché Hans Zimmer é uno spaventoso fuoriclasse, un po’ perchè mi sembra assurdo che la prova sia racchiusa tutta lì, esattamente lì, nella disperata bellezza di un’orchestra sinfonica, l’evidenza che solamente assieme e diversi, si possano scrivere dei capolavori straordinari e che da soli, o tutti uguali, non saremmo altro che monotone cacofonie autoreferenziali che avrebbero una potenzialità di variabili tristemente finita.
Pensavo poi sempre più lentamente addormentandomi a come certi film  non sarebbero indimenticabili senza ogni persona, davanti e dietro la macchina da presa, visibile,invisibile o visibile solo nei titoli di coda; senza costumi adattati; senza colonne sonore mozzafiato. E che in fondo Hans Zimmer senza nessuno a suonare Hans Zimmer non sarebbe il tanto e meritatamente acclamato
Hans 
Zimmer
“The story was about this vulnerability between these soldiers that could only be overcome through trusting each others, and this is what I want to reflect in our process of composing this music: trust in each others” (Hans Zimmer on composing Black Hawk )
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